Exit, la protesta studentesca diventata un festival internazionale
Era il mese di settembre del 2000: presso la facoltà di Filosofia dell'università di Novi Sad, una delle maggiori città serbe, gli studenti organizzarono un piccolo festival musicale con band locali per contestare l'allora presidente Slobodan Milošević, che da Belgrado aveva diretto le operazioni militari contro Croazia, Bosnia e Kosovo. La manifestazione intercettò molto bene lo spirito del tempo: solo pochi giorni dopo, il 24 settembre, le elezioni presidenziali sancirono la vittoria di Vojislav Koštunica, avversario di Milošević, che lasciò così la carica presidenziale dopo due mandati durati complessivamente dieci anni.
Il nome al festival, Exit, venne dato proprio in quel senso: "uscire" dalla follia che portò la massima autorità all'incriminazione presso il tribunale internazionale dell'Aja per genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità, e ripartire dalle macerie dei Balcani provati da tanti anni di orrori e conflitti. L'anno successivo, data la buona riuscita della prima edizione della manifestazione, la maratona musicale si spostò nella più capiente e suggestiva fortezza di Petrovaradin, sito storico affacciato sul Danubio che divide in due settori la città, ospitando non più solo gruppi e artisti locali ma anche anche nomi noti sul panorama internazionale come Finley Quaye, Kosheen, e 4hero. Così nacque l'Exit Festival come adesso lo conosciamo.
Un po' come l'ungherese Sziget Festival, nato sempre come festa rivolta agli studenti locali poi "esploso" negli anni successivi e oggi divenuto uno delle manifestazioni dal vivo più rilevanti a livello internazionale, l'Exit negli anni ha saputo imporsi come una delle maratone live di spicco sul panorama esteuropeo, vedendo sfilare sui propri palchi alcuni dei nomi più in vista sugli scenari rock e dance mondiali come Stogees, Franz Ferdinand, Pet Shop Boys, David Guetta, Guns N' Roses, Prodigy, Motörhead e tanti altri.
Per l'edizione 2019, che si terrà ovviamente presso la fortezza Petrovaradin di Novi Sad tra i prossimi 4 e 7 luglio, l'Exit può contare su un bill di tutto rispetto, che spazia dai Cure, autentiche leggende post punk / new wave oggi considerati tra i padri nobili del rock contemporaneo, ai Greta Van Fleet, alfieri molto giovani (e altrettanto controversi) del ritorno in auge del rock chitarristico anni Settanta, passando per il gigante della dance britannica Carl Cox, l'asso tedesco della consolle Paul Kalkbrenner, i Chainsmokers, Skepta e moltissimi altri. Ma c'è di più.
"EXIT non è solo un festival, è un movimento", è la dichiarazione programmatica che gli organizzatori hanno tenuto a segnalare sul sito ufficiale della manifestazione, www.exitfest.org: "E' un simbolo di progresso e un motore di cambiamento nella società, ma anche la piattaforma principale per le industrie creative non solo in Serbia, ma anche nella regione balcanica, dilaniata da un decennio di guerre sanguinose, dove i giovani crescono ancora pieni di odio verso i popoli dei paesi vicini. Abbiamo accettato la sfida di cambiare questa realtà, per rendere i Balcani un simbolo di unità e progresso".